La riforma Gentile è una serie di atti normativi del Regno d'Italia che costituì una riforma scolastica organica.
Prese il nome dall'ispiratore, il filosofo neoidealista Giovanni Gentile, ministro della pubblica istruzione del governo Mussolini nel 1923, che la elaborò con la collaborazione di Giuseppe Lombardo Radice.
«La più fascista» delle riforme, come la definì Mussolini,[1] rimase in vigore nelle sue linee essenziali anche dopo l'avvento della Repubblica, fino a quando il Parlamento italiano, con la legge 31 dicembre 1962 n. 1859, abolì la scuola di avviamento professionale creando la cosiddetta scuola media unificata.[2]